recensione

Florentine. La pupilla del Magnifico

“Seppur foss’io il bersaglio di questa macchinazione, sarebbe sempre la città di Firenze a soffrirne. È questo che conta. Salvare la pace della nostra gente.”

Florentine. La pupilla del Mgnifico”, scritto da Marina Colacchi Simone, racconta due vicende, una frutto della fantasia dell’autrice ed una storica, che si intrecciano nella Firenze della seconda metà del ‘400. 

La prima riguarda la giovane Vanna de’ Bardi, fanciulla orfana appartenente ad una casata fiorentina caduta in disgrazia, la quale viene chiamata a Firenze dallo zio Duccio Salimbeni, persona molto vicina al Signore della città, Lorenzo de’ Medici, per svolgere il compito di damigella della bella Simonetta Vespucci. Qui, la ragazza incontrerà due personaggi che daranno vita alla sua storia: l’amato Guido Montefiori e il temuto Matteo Orsini. 

Sullo sfondo di questa vicenda, si innesta lo svolgimento della Congiura dei Pazzi, ossia il complotto ideato da esponenti di alcune famiglie fiorentine avverse ai Medici e da personaggi di spicco della politica italiana dell’epoca, come Girolamo Riario e papa Sisto IV, volto ad annientare il potere del Magnifico, attraverso un attacco mortale ai danni suoi e del fratello Giuliano, che ebbe luogo il 26 aprile 1478, nella basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze e che portò all’uccisione del giovane Giuliano de’ Medici. 

Attraverso una narrazione fluida, caratterizzata da uno stile raffinato che si avvale di un linguaggio consono all’epoca narrata, l’autrice sviluppa i due filoni del romanzo che si intrecciano tra loro, ma che si differenziano nell’esposizione. La vicenda che vede protagonista la giovane Vanna, seppur dinamica e avvincente, presenta alcune criticità relative ai dialoghi che appaiono poco incisivi e allo sviluppo in alcuni punti della trama, nei quali i personaggi percepiscono con molta facilità ciò che, in base al progredire della storia, non potrebbero sapere. Viceversa, la parte relativa alla Congiura risulta molto più penetrante ed è scandita da un ritmo che genera un crescendo di interesse nel lettore; inoltre, l’aderenza alla verità storica denota il lungo lavoro di studio delle fonti fatto dall’autrice. 

Per apprezzare appieno il romanzo è necessario addentrarsi nella lettura, in quanto, inizialmente la trama appare debole, mentre con il procedere della narrazione, si rivela interessante, coinvolgente e ben architettata. La caratterizzazione dei personaggi è valida, ma risulta piena per alcuni di loro, come ad esempio il perfido Matteo Orsini, mentre rimane più scarna per altri.

    Le scene sono chiare e ben delineate, l’ambientazione è efficace nel permettere al lettore di calarsi nel luogo e nel periodo narrato. Il contesto storico è ricreato, nonostante qualche licenza letteraria, in modo da sviscerare tutti i reali antefatti della congiura, in un susseguirsi di eventi che conduce al triste epilogo.

    “Florentine. La pupilla del Mgnifico” costituisce comunque una piacevole lettura, poetica ed emozionante, che ci trasporta nella Firenze medicea e che racconta il terribile avvenimento che cambiò per sempre la vita di Lorenzo de’ Medici. 

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