INTERVISTA

Due chiacchiere con gli autori: MARCELLO SIMONI

Quando si ama la storia con tutto in cuore, poter intervistare un grande scrittore di thriller storici come MARCELLO SIMONI, diventa un’occasione imperdibile!
Un grande autore italiano, il cui romanzo d’esordio, “Il mercante di libri maledetti“, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella e i cui diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi.
Ha all’attivo cinque saghe, tra le quali la Trilogia del Mercante di Libri, la Secretum Saga (“L’eredità dell’abate nero”, “Il patto dell’abate nero” e “L’enigma dell’abate nero) e la Codice Millenarius Saga (che comprende “L’abbazia dei cento peccati”, “L’abbazia dei cento delitti” e “L’abbazia dei cento inganni”).
Nel 2019 ha pubblicato “La prigione della monaca senza volto” per Giulio Einaudi Editore e “L’enigma dell’abate nero” per Newton Compton Editori (di cui trovate la mia recensione https://ilsegnalibrodideborah.home.blog/2019/06/24/lenigma-dellabate-nero ).
Inoltre, nel 2018 ha vinto il Premio Ilcorsaronero.

Ecco come ha risposto alle mie curiosità.

Quali sono le difficoltà che si incontrano nella stesura di un romanzo d’avventura?

Io non ragiono mai in termini di difficoltà, ma di divertimento, perciò non saprei risponderti. Posso solo dirti che in ogni pagina mi impegno a conferire verosimiglianza e autenticità ai miei personaggi e alle mie storie, restando sempre fedele al mio stile di scrittura.

Quanto studio delle fonti storiche è necessario per la corretta ricostruzione dell’ambientazione?

Molto studio e molta comprensione, che non sempre combaciano. Sapere le cose è solo il punto di partenza. Bisogna immedesimarsi in esse per poterne parlare con scioltezza. Soltanto quando sono padrone della materia di cui intendo trattare, inizio a scrivere il mio romanzo.

Come si costruisce un linguaggio adatto all’epoca di cui narri nei tuoi romanzi?

Sforzandoci di trasmettere in ogni riga il senso della storia, la suggestione di essere circondati da un’epoca remota eppure pulsante e vicinissima. È un po’ come se stessimo costruendo un enorme gioco di prestigio basato sulla ricerca storica.

Quali sono, a tuo avviso, gli ingredienti che non devono mancare in un romanzo d’avventura di successo?

Se anche li conoscessi, li custodirei molto gelosamente 😉

Tu sei un archeologo. Quale periodo della storia ti affascina maggiormente?

Il Medioevo, ovviamente.

Qual è l’aspetto del tuo lavoro che preferisci?

Ho sempre reputato che quello dello scrittore fosse un mestiere da persone libere. Ed è questo, oltre al fatto di dover mettere costantemente in gioco la mia creatività, l’aspetto che più mi affascina.

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