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LE VOCI DEGLI ANGELI

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Roma, Carnevale del 1756. Nella città del Papa imperversano delitti e soprusi. I fasti dell’arte e della cultura si accompagnano alle nefandezze perpetrate da sicari e avvelenatori.

Papa Benedetto XIV chiede l’aiuto del notaio investigatore della Serenissima Repubblica di Venezia, il barone Bellerofonte Castaldi: il suo compito sarà portare la luce tra le tenebre che avvolgono Roma. Tra i molti abomini compiuti nella città eterna, il notaio s’imbatterà in uno tra i più riprovevoli: il commercio di bambini. Una pratica terribile che permette a nobili, ricchi potenti ed ecclesiastici di comprare neonati e fanciulli per farne angeli cantori, mediante la castrazione. Scuole di canto e barbieri costruiscono la propria ricchezza su quest’immondo traffico di piccoli cantanti, costretti a subire barbarie ed angherie per la creazione di voci celestiali, simili ad angeli terreni. Ma questo commercio non è un segreto a Roma; ben altri e peggiori, sono gli arcani che dovrà svelare il giovane barone veneziano. Cos’hanno in comune le morti di anonimi bambini e quella del rettore di un convento di gesuiti? A risolvere gli enigmi celati nel romanzo “La stanza segreta del papa” scritto da Fabio Delizzos, ed edito da Newton Compton Editori, è proprio Bellerofonte Castaldi, un personaggio carismatico ed affascinante. Un uomo di legge, dal formidabile intuito investigativo, che serba nel cuore e nell’animo il grave dolore per la morte suicida della giovane moglie; esperto di veleni e pozioni, eredità del padre medico, che sa dosare con sapienza quando le parole non sono sufficienti. Ben presto, però, la Santa Inquisizione si metterà sul suo cammino, dando una piega inaspettata alle indagini, utilizzando a proprio favore i pregiudizi e l’odio atavico nei confronti dei giudei; indagini che condurranno a segreti inenarrabili, orrori celati tra le pieghe di una Roma marchiata dall’abominio. Veleni, esecuzioni capitali, castrati, Santo Uffizio, trame tra potenti; il buon senso contro i pregiudizi, la ragione contro la credenza popolare: i migliori elementi per un thriller storico eccezionale, con un protagonista sensazionale.

Un romanzo travolgente e abilmente costruito, che incanta il lettore e lo catapulta nella Roma illuminista, mostrandone il lato più oscuro.

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Il debito del Papa


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Un brillante professore di Harvard scopre, casualmente, l’esistenza di un ingente debito contratto dal Vaticano a metà del XIX secolo con una banca ebrea.Papa Celestino decide che quell’impegno sarà onorato. Tuttavia, a beneficiare di tanta ricchezza non saranno i discendenti dei banchieri cha hanno concesso il prestito. Ben altri sono i piani del pontefice: istituire una fondazione che si occupi di aiutare tutti i bisognosi del mondo. Lo stato del Vaticano, però, non possiede il denaro sufficiente ad estinguere il debito. Come fare? Papa Celestino decide, così, di mettere all’asta tutti i beni ecclesiastici, a partire dalle opere d’arte. Già, perché l’obiettivo primario della Chiesa è portare conforto a chi soffre ed aiutare quanti si trovino in difficoltà. Ma quella stessa Chiesa pullula di personaggi che non hanno le stesse idee del Papa. Molti sono i nemici che si metteranno sulla strada verso la realizzazione dei piani pontifici; con ogni mezzo, anche il più sleale e crudele, cercheranno di impedire il raggiungimento dell’obiettivo del Santo Padre.  

Questa è la trama de “Il debito” di Glenn Cooper, edito da TEA. Un romanzo che divide l’animo del lettore, il quale si trova a dover scegliere tra due beni contrapposti: aiutare chi ha bisogno e salvare le opere d’arte, d’inestimabile valore, possedute dallo Stato del Vaticano. Cosa ne sarebbe della Cappella Sistina, della Pietà di Michelangelo, dei Musei Vaticani e di tutte le straordinarie opere dei più grandi artisti di ogni tempo, se venissero vendute a privati? Un thriller che tiene il lettore con il fiato sospeso con un susseguirsi di colpi di scena ed un ritmo frenetico. Uno stile scorrevole e leggero, permette di divorare con sorprendente rapidità un libro di oltre 400 pagine. Riuscirà Papa Celestino a realizzare i suoi piani? A voi il compito scoprirlo.

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La Roma di Rodrigo Borgia


Roma. A.D. 1496. Papa Alessandro VI governa Roma. I Borgia sono al potere. Un crimine efferato sconvolge la famiglia del Papa. Pinturicchio e i più famosi artisti della città vengono chiamati a risolvere il delitto. Un uomo misterioso li aiuterà. Questa è la trama de “La spia dei Borgia”, ultimo thriller storico di Andrea Frediani, importante autore di saggi e romanzi storici. L’opera ruota attorno all’omicidio di uno dei figli di Rodrigo Borgia, alias Papa Alessandro VI, ed alla ricerca del suo assassino. Tra ipotesi e complotti, l’autore ci conduce alla risoluzione del caso, approdando, però, ad un finale poco originale. Il romanzo offre un preciso affresco della Roma rinascimentale, mettendo in luce il lato oscuro della città, e il ritratto dettagliato di alcune delle più influenti personalità dell’epoca, legate alla discussa e temuta famiglia spagnola dei Borgia.  L’ambientazione è perfettamente ricostruita, i personaggi sono abilmente delineati; nello specifico vengono messe a nudo debolezze e difetti di una delle famiglie più controverse delle storia. Andrea Frediani si sofferma sulla figura di Alessandro VI, facendo emergere anche il lato paterno di quest’uomo forte, preoccupato per la sorte del figlio prediletto. Al Papa si contrappone la figura del Pinturicchio, uomo timoroso e sottomesso alla moglie Grania, il quale viene chiamato ad indagare in prima persona sul delitto, del quale tutti, familiari compresi, sono sospettati. La narrazione è scorrevole, la descrizione è meticolosa e ricca di particolari, che consentono al lettore di essere trasportati  nella Roma di fine ‘400.