INTERVISTA

Due chiacchiere con gli autori: RITA CORUZZI

Oggi vi propongo l’intervista alla scrittrice reggiana Rita Coruzzi, autrice, tra gli altri, dei romanzi storici “Matilde“, vincitore del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti, del Premio Internazionale Stefano Zangheri e del Premio Internazionale Città di Cattolica, e “L’eretica di Dio“, pubblicati da Piemme.

Nella tua carriera da scrittrice, hai dedicato due romanzi a due donne eccezionali della storia: Matilde di Canossa e Giovanna D’Arco. Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questi due personaggi?

La scelta di Matilde è stata dettata da un suggerimento di mia madre, la quale mi spronò a iniziare la carriera di romanziera storica focalizzandomi sui personaggi femminili. E poichè nella nostra città di Reggio Emilia, tutti i reggiani sono legatissimi a Matilde, mi suggerì di cominciare con lei, una donna forte e di grande fede che scese sui campi di battaglia per difendere la Chiesa e combattere per ciò in cui credeva e per il bene dei canossani. Giovanna d’Arco è stato il passo logico successivo, la casa editrice mi chiese un altro romanzo storico sempre con una protagonista femminile. La scelta era difficile dopo aver scritto di una donna come Matilde, ma il pensiero di Giovanna d’Arco è stato come un’illuminazione, ho capito che era lei la seconda donna su cui dovevo posare la mia attenzione, aveva le stesse caratteristiche di Matilde, la stessa forza, la stessa fede e lo stesso spirito di sacrificio. E’ stato un felice passaggio di testimone, due romanzi di cui vado profondamente fiera, soprattutto perchè rivalutano la figura della donna in un’epoca in cui era costantemente messa in ombra.

Nel tuo romanzo “Matilde”, tratti, con straordinario vivacità, la storia di Matilde di Canossa. Quanto spazio è dedicato ad eventi storici realmente accaduti e quanto invece è frutto dell’immaginazione?

Tutti gli eventi storici narrati in Matilde sono realmente accaduti, l’immaginazione è stata focalizzata solo sui pensieri, sui sentimenti con cui Matilde viveva determinate situazioni, ma i fatti storici descritti sono tutti realmente accaduti, e sono rigorosamente esatti. Tengo molto alla documentazione storica, l’immaginazione si dipana nei sentimenti, nei discorsi, nei pensieri, come la passione con cui Matilde combatteva per la Chiesa, la sua sofferenza di avere infranto la promessa all’imperatore, il suo spirito di sacrificio nel rinunciare a ciò che desiderava, cioè diventare monaca, per il bene di Canossa e della Chiesa. Inoltre il suo grande ruolo nell’essere una donna leader osteggiata da molti uomini, il suo coraggio nel voler proseguire su questa strada nonostante gli ostacoli per senso di dovere e responsabilità, pur avendo dei momenti di scoramento, senza però mai arrendersi per ciò che credeva il bene supremo.

Le descrizioni delle scene e dell’ambientazione sono molto accurate e dettagliate, tanto da dare al lettore l’impressione di trovarsi all’interno della scena stessa. Quanto studio della storia è necessario per scrivere un romanzo storico?

Per scrivere un romanzo storico occorre un lungo studio preliminare dell’epoca nella quale si sviluppa la vicenda. Personalmente io credo che occorra la massima precisione possibile, perchè il lettore possa immergersi nel periodo storico e vivere in esso insieme ai protagonisti della narrazione. Per Matilde ho studiato molti testi, e non solo quelli relativi alla figura e alla vita della contessa, ma anche studi sulle armi, sul modo di combattere e di fare le guerre, e perfino sui cibi e sugli abiti, affinchè il romanzo risultasse il più aderente possibile alla verità storica. Molta attenzione deve essere data agli avvenimenti, per i quali ho consultato testi di studiosi affermati, perchè ho voluto essere fedele il più possibile alla verità storica. Matilde di Canossa è una donna realmente esistita, quindi il mio romanzo non poteva essere di invenzione o di finzione, ma dovevo “costruire” il personaggio attraverso gli avvenimenti veri che lei ha dovuto vivere nella sua vita reale. Per rispondere con precisione alla domanda, ho dato molto spazio alla verità storica, ma forse altrettanto all’indagine psicologica e alla narrazione dei sentimenti.

Quali sono le fonti storiche sulle quali ti basi per la stesura di un romanzo?

Scelgo con cura le fonti oggetto del mio studio preliminare, mi avvalgo sempre degli scritti di studiosi specialisti della materia o dell’argomento, tralascio le informazioni generiche e poco credibili o non sufficientemente accurate per evitare errori o storture che potrebbero influire negativamente sulla qualità del mio scritto. Per Matilde ci sono biografie molto rigorose e studi approfonditi di storici che hanno dedicato la loro attività allo studio della contessa, come Vito Fumagalli, Paolo Golinelli, il monaco Donizone suo contemporaneo, Edgarda Ferri, e altri.

In che modo hai potuto ricostruire il personaggio di Matilde di Canossa?

Come ho detto sopra, studiando le azioni, i comportamenti, le decisioni di Matilde, come sono riportati nei testi storici, mi sono formata un’idea della sua personalità e l’ho sviluppata partendo dal punto di vista femminile, perchè Matilde prima di tutto era una donna e come tale andava considerata. Ed era donna del Medioevo, ma vissuta in circostanze eccezionali per l’epoca, quindi non era una donna convenzionale, ma straordinaria. Tutto in lei doveva mostrare la sua femminilità spesso sacrificata per il dovere ma senza mai rinnegarla, la sua fierezza di essere donna, la sua determinazione nel prendere decisioni difficilissime, il suo coraggio nell’affrontare il nemico combattendolo sui campi di battaglia. Non è stato facile, ma sicuramente emozionante e molto bello descrivere un personaggio tanto interessante e dalle molte sfaccettature, è stata per me una sfida che ho colto volentieri e spero di aver superato.

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