
“Nonostante il sangue della tua giovane vita, non sei immortale. Ci sarà sempre una punta di freccia o lancia pronta a spedirti nei Campi Elisi. Se non sarai veloce per reagire all’istante, senza pensare, se non sarai disposto a uccidere anche chi ritieni essere un fratello, beh, ragazzo mio, faresti bene a darti subito la morte. Roma ha il suo prezzo e alla fine te ne renderà conto.”
Lucio Artorio Casto fu un centurione romano al servizio dell’imperatore Marco Aurelio prima e del suo successore Commodo poi. Una figura storica poco conosciuta, ma che sembra aver dato avvio al fenomeno della cavalleria che si sviluppò nel Medioevo e che si dice sia il personaggio alla base della leggenda di Re Artù.
Pierluigi Curcio, nel suo romanzo “Artorius”, prova a immaginarne l’esistenza. I dati certi su questo personaggio storico sono molto scarsi e sono costituiti soltanto da due iscrizioni lapidarie, per questo motivo, l’autore ha dovuto sopperire alla mancanza di dati attraverso l’immaginazione e una profonda conoscenza del periodo storico. Ha, quindi, spazzato la polvere del tempo restituendoci un personaggio forte e carismatico, leale e coraggioso, fedele a quell’esercito di Roma al quale dedicò la sua vita. Nonostante le esigue informazioni che l’autore aveva a disposizione sul personaggio storico, è riuscito comunque a ricrearne la vita e la personalità in modo dettagliato e potente, restituendo a Lucio Artorio Casto la risonanza che merita. La narrazione prende avvio nel giorno della nascita di Lucio, nell’autunno del 140 d.C., e prosegue per cinquantasette anni, attraversando le tappe fondamentali della sua vita, come, ad esempio, la nomina a prefetto dei Sarmati e l’invio in Britannia. Durante la lettura, si apprezza la grande competenza con la quale l’autore affronta il periodo storico nel quale si svolge la vita del protagonista. E l’utilizzo dei termini appropriati relativi ad ogni aspetto della vicenda risulta particolarmente interessante per quei lettori che vogliano imparare qualcosa in più sulla vita militare nella Roma Imperiale e su questo periodo storico in particolare. La narrazione trascinante e coinvolgente, infatti, permette di rilevare appieno il carisma del protagonista, nonché la situazione politica e militare della Roma del II secolo d.C. La ricostruzione del contesto storico è precisa e l’ambientazione viene dipinta accuratamente in modo da dare al lettore la possibilità di calarsi nel periodo e di conoscere i personaggi che si succedono nella vicenda, apprezzandone personalità e temperamenti. In particolare, risultano molto suggestive le scene delle battaglie.
“Subito dopo aver eliminato un ultimo avversario, Lucio puntò al cielo il gladio oramai di un rosso cupo e urlò con quanto fiato aveva in gola. Il pugnale era ancora piantato nella spalla. Il successivo silenzio fu innaturale, spezzato dai lamenti dei feriti e dall’eco di qualche sporadico combattimento ancora in corso. I più gli si avvicinarono ed erano nelle sue stesse condizioni, lordi di sangue e viscere. Alzarono anch’essi le daghe e il boato che scaturì dalle gole riarse andò a destare gli stessi Dèi: «Ar-to-tius! Ar-to-rius ar-to-rius»”
“Artorius” è una lettura immersiva e affascinante; un romanzo ricco d’azione che si trasforma in un bel viaggio nella Roma imperiale e nella vita di un personaggio che merita di essere conosciuto.