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Le rose di Cordova: GIOVANNA DI CASTIGLIA

Ci sono libri da divorare e altri da assaporare.
Le rose di Cordova”, di Adriana Assini, edito da Scrittura e Scritture, è sicuramente un romanzo da assaporare lentamente, gustando ogni singola parola.

Siviglia, 1496.
In un romanzo storico appassionante, l’autrice ci regala il ritratto di Giovanna di Castiglia, conosciuta come Giovanna la Pazza, dipinto dalla voce della sua ancella Nura, schiava moresca.
Il vivido racconto di Nura accompagna il lettore nelle corti rinascimentali della Spagna e del Sacro Romano Impero.
Giovanna, figlia di Fernando d’Aragona e Isabella di Castiglia, sorella di Caterina d’Aragona, prima moglie di Enrico VIII, viene data in sposa all’erede al trono d’Austria, Filippo I d’Asburgo, un uomo dissoluto e sfrontato, astuto, avido e calcolatore, del quale, però, Giovanna era perdutamente innamorata. Un uomo che non esitò a tradire i Re Cattolici, in favore del Re di Francia, Luigi XII, in  quello scacchiere politico che era l’Europa del ‘500.
Accecata dall’amore, Giovanna non riusciva a vedere le reali intenzioni del consorte, più interessato ai benefici politici nascenti dalla loro unione, piuttosto che ai sentimenti della giovane moglie; tanto che non si fece scrupoli a trattarla come l’ultima delle serve, con percosse, privazioni e tradimenti.
In seguito alla morte degli eredi al trono di Castiglia, Giovanna ereditò lo scettro del regno dalla  madre.
Giovanna, però, non regnò un solo giorno. La sua vita fu costellata di difficoltà, a causa del consorte Filippo e del padre Fernando, entrambi desiderosi di mettere le mani sulla sua corona.
Dalla penna di Adriana Assini emerge una Giovanna forte, refrattaria alle ingiustizie e determinata nel difendere i propri diritti e sentimenti.
Aveva però un animo fragile e soffriva della più atroce della malattie: il mal d’amore.
Rosa dalla gelosia per quel consorte che non la degnava del giusto rispetto e dell’amore che Giovanna pretendeva, spesso si lasciava andare a comportamenti che prestarono il fianco alle teorie dei suoi nemici che la tacciavanp di pazzia.
Una diagnosi che permise a tutti gli uomini della sua famiglia, compreso il suo primogenito Carlo, erede al trono d’Austria, di tradirla, ricattarla, umiliarla e di ridurla al silenzio, quando, invece, era la sola ad avere diritto di parola.
La solitudine e la profonda tristezza per una vita che aveva assunto i toni di una condanna fecero di lei facile preda per i nemici, che riuscirono a ridurla in prigionia perenne.
“Le rose di Cordova” è un romanzo poetico, appassionante ed estremamente evocativo, capace di trasportare il lettore in un’altra dimensione, coinvolgendolo in tutti i suoi sensi.
Un romanzo incantevole che, attraverso una stile elegante e suggestivo, rapisce la mente e il cuore del lettore, accompagnandolo nella vita di una sfortunata regina senza corona.
Un libro che affascina e meraviglia anche il lettore più scettico.

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