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Il teschio di Goya


Una reliquia artistica, la più prestigiosa della storia dell’arte, ritrovata nelle pieghe del tempo e di nuovo scomparsa.
Una schiera di rivali assestati di prestigio vuole ottenerla.
Una scia di sangue e morte al suo passaggio.
Un teschio maledetto.
Il testo di Francisco Goya.
Questa è la trama di “Goya Enigma”, il nuovo romanzo di Alex Connor edito da Newton Compton Editori.
Francisco Goya è uno dei pittori spagnoli più apprezzati e stimati ed è anche un’artista ammantato da un’aura demoniaca. Le sue ultime opere non sono ancora state decifrate: le pitture nere, un ciclo di dipinti con cui il maestro ha ricoperto le pareti della sua dimora di Madrid, la Quinta del Sordo. Un mistero al quale lo storico dell’arte Leon Golding, protagonista di questo romanzo, ha consacrato la propria vita.
Lo studioso e suo fratello Ben Golding sono cresciuti a Madrid, allevati da una tata spagnola ossessionata proprio dalla figura di Goya, tormento che ha trasmesso alla già fragile mente di Leon. Egli infatti è cresciuto nel mito del pittore ed è stato condizionato dai racconti della tutrice, la quale attribuiva a Goya una dimensione mefistofelica.
Bartolomè e Gabino Ortega sono, invece, i discendenti di una ricca ed influente famiglia spagnola. Il primo, come Leon Golding, è tormentato dal desiderio di dare un senso alle ultime opere di Goya ed ha sempre considerato lo studioso inglese il suo principale rivale.
Emile Dwappa è un inquietante criminale africano che vede nel teschio ritrovato un’ottima occasione per arricchirsi. Il suo intento è quello di liberarsi dal giogo della madre despota e terrificante.
Bobbie Feldenchrist è una ricca ereditiera che vuole aggiudicarsi il teschio per accrescere il prestigio della propria collezione privata e, per raggiungere l’obiettivo, non disdegna di fare affari con criminali e trafficanti.
Tuttavia, il vero protagonista di questo avvincente romanzo è Ben Golding, il fratello chirurgo dello studioso Leon. Suo malgrado, Ben si ritroverà a dare la caccia al teschio e dovrà combattere contro tutti per ottenere pace e giustizia. Ma, soprattutto, per ritornare ad avere la sua vita, quella che il teschio gli ha improvvisamente strappato.
Una miscela di mistero, suspance, storia, follia, ricatti, occultismo e morte caratterizza questo romanzo. 
Una storia appassionante, dal ritmo incalzante che pone al centro l’ultimo periodo della vita di Goya e le teorie sul significato delle sue opere più misteriose.

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Un amore senza eguali

Quinn e Graham si incontrano nel momento più difficile delle loro giovani vite, nel momento in cui scoprono di essere stati traditi dai rispettivi fidanzati. La loro conoscenza appare assurda ai loro occhi; ancora non sanno che sono destinati ad un amore senza fine. Un amore che, tuttavia, affronterà una tempesta di forza cinque quando sperimenteranno la triste sorte dell’infertilità. Pian piano, infatti, lo spettro della sterilità si insinua tra di loro, portando le tenebre nel loro rapporto. Una prova ardua che getta Quinn e Graham nello sconforto e sembra esaurire la loro voglia di lottare per un amore incompleto.  

Questa è la trama di “Un ricordo ti parlerà di noi”, ultimo romanzo di Coleen Hoover, edito da Sperling & Kupfer.

Una storia divisa tra presente e passato, nel quale la protagonista alterna il racconto della genesi dell’amore con il marito a quello della difficile situazione vissuta nel presente, caratterizzata dalla crisi provocata dalla difficoltà a procreare. Un’alternanza che rende la narrazione suggestiva e appassionante. È un romanzo commovente, ricco di emozioni contrastanti, che arriva dritto al cuore con la forza un uragano. Un libro di un’intensità travolgente, romantico e struggente, che incatena il lettore in un’altalena di sentimenti, trattando il tema dell’infertilità con strabiliante sensibilità, ma anche con immenso realismo. La straordinaria abilità della scrittrice permette al lettore di calarsi completamente nei panni e nell’animo dei protagonisti, entrando così nel vortice di sensazioni che li caratterizza. Un romanzo devastante che fa palpitare il cuore con un racconto dolcissimo ma anche molto amaro, che apre uno sguardo sul vero amore; insegna ad apprezzare e ad essere grati per quello che si ha, senza rimpiangere ciò che non si può avere.

Un libro che non si vorrebbe mai chiudere.

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Processo a un assassino

Francesco è un uomo di mezza età. Vive un periodo di confusione e smarrimento, conseguenza di un difficile divorzio; un rapporto intermittente con la figlia adolescente.
Francesco è un poliziotto e viene accusato dell’omicidio di un uomo. Non un uomo qualsiasi, ma un sostituto procuratore della Repubblica. Non uno qualsiasi, ma il suo migliore amico. Un accusa infamante e deleteria per la sua vita, per la sua carriera. Tutte le circostanze sono contro di lui; è l’unico sospettato. Tuttavia, manca un elemento fondamentale per l’accusa: il movente.
Francesco, però, è convinto di essere vittima di un errore e si batterà nelle aule del tribunale per gridare la propria innocenza.
Ma la verità processuale non sempre coincide con la verità storica: a volte condanna innocenti e a volte assolve colpevoli. Quale sentenza deciderà della vita del vicequestore Francesco Prencipe?
Questa è la trama di “Non sono un assassino” di Francesco Caringella, edito da Newton Compton Editori.
Una vicenda giudiziaria egregiamente raccontata, come solo un uomo di legge sa fare. Un romanzo appassionante, come solo un ottimo scrittore può creare.
In questo libro, Francesco Caringella narra, dal punto di vista dell’imputato, delle indagini, del processo, della custodia cautelare: di un uomo libero e rispettabile che, all’improvviso, soggiace accuse abbiette, sperimenta le privazioni del carcere e subisce lo stigma sociale.
Sembra prendere forma il peggior incubo di ogni uomo onesto, nel quale però emergerà una piccola nota positiva: il ritrovato rapporto con la figlia Martina.
Un romanzo che si beve in un unico sorso e che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima sorprendente pagina.

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Il canto degli eucalipti

Miki , Leon e Max sono i protagonisti di “ Il segreto della collezionista di fiori”, ultimo romanzo di Karen Viggers, uscito il 10 aprile ed edito da Newton Compton Editori.

In una piccolo centro della Tasmania, ai confini di una grande foresta di eucalipti, dove le aquile si librano leggere, si intrecciano le vite dei tre ragazzi.

Miki è un’adolescente che in una notte ha perso i genitori e la sua casa in seguito ad un incendio. Sola, isolata e prigioniera del fratello maggiore che la controlla in modo ossessivo, impedendole di vivere. Una ragazza fragile ed insicura che brama la libertà, più dell’aria che respira in quel negozio che è diventato la sua gabbia, i cui unici amici sono i grandi alberi della foresta e una famiglia di piccoli diavoli della Tasmania.

Leon è un guardaboschi appena trasferitosi nella piccola cittadina australiana. Ma la vita laggiù, dove dominano i taglialegna, per lui è complicata. In fuga da un padre alcolizzato e violento, troverà l’amicizia nel piccolo Max e in suo nonno, che saprà riscoprire dopo anni di lontananza.

Max è un bambino vittima di bullismo e succube del padre, ma dal cuore grande.

Questi tre punti di vista si alternano nella vicenda in cui la forza degli ideali e della bontà d’animo combattono la cattiveria e portano alla luce ingombranti segreti.

Un romanzo leggero e scorrevole, che tocca, però, temi importanti come il bullismo, la violenza domestica e l’amicizia. Risulta, tuttavia, un po’ lento nella narrazione.

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Intervista a Fabio Delizzos


Essere autrice di un blog mi dà la grandissima opportunità di intervistare molti scrittori. Dopo aver letto “La stanza segreta del Papa” è sorto spontaneo il desiderio di fare alcune domande all’autore di questo grande thriller storico: FABIO DELIZZOS.
I suoi romanzi, tra i quali “Il cacciatore di libri proibiti”, “La cattedrale dei vangeli perduti”, “Il collezionista di quadri perduti”, hanno avuto grande successo e sono stati tradotti in molte lingue. Sono appassionanti. Incantano il lettore.

• Come nasce la scelta di scrivere romanzi storici?

Chissà. Quando ho letto Il nome della Rosa e guardato il film di Jean Jacques Annaud sette volte di fila? Oppure quando ho letto Q di Luther Blissett? O quando ho visto Barry Lyndon, o La guerra del Fuoco, o Tutte le mattine del mondo? In parte, la scelta è scaturita dall’aver capito che uno scrittore deve parlare di ciò che conosce bene. E io ho studiato Filosofia e Storia all’università e sono rimasto sempre un grande appassionato di queste discipline. Ho anche studiato il repertorio per chitarra barocca e fatto concerti di musica antica. Ma quando ho scritto il mio primo libro, non ero ancora deciso. Infatti, il mio primo romanzo, che si intitola La setta degli alchimisti, è per metà ambientato nel 1699 e per metà ai giorni nostri. La scelta definitiva l’ho lasciata ai lettori e alla casa editrice. Dopo la pubblicazione tutti mi dissero che avevo dato il meglio nella parte storica, e così…

• Tutti i tuoi romanzi hanno avuto grande successo. Quale tra questi ha richiesto maggiore impegno nella realizzazione?

I primi due, a causa dell’inesperienza e anche del fatto che a quel tempo lavoravo almeno otto ore al giorno nel reparto creativo di una grande agenzia di pubblicità internazionale. Fu un continuo riscrivere e smontare e rimontare e riscrivere. Oggi, con lo stesso impegno e con la stessa quantità di tempo che mi richiesero La setta degli alchimisti o La cattedrale dell’Anticristo, scriverei un’intera trilogia.

• Quali sono, a tuo avviso, gli elementi fondamentali per un thriller storico di successo?

Amo il thriller storico, perché unisce gli ingredienti di un genere “popolare”, il thriller, a quelli di un genere più “colto”, il romanzo storico. Lo spasso e la cultura alta sono e devono essere fusi insieme, insomma. Quindi un thriller storico deve creare suspense, avere colpi di scena, ma allo stesso tempo deve essere basato su una seria ricerca storica. E credo anche che un buon thriller storico debba parlare del presente, e solo in apparenza del passato.

• “La stanza segreta del Papa” è un libro molto affascinante con un protagonista forte e carismatico, il quale annovera, tra le sue doti, una grande padronanza dei veleni. Quale preparazione ha richiesto la conoscenza di questa materia?

Ho letto tanti libri sull’argomento, ho visitato musei e antiche spezierie, ho fatto domande a esperti. Qualunque mezzo è buono quando ci si documenta per scrivere un romanzo. Ma del veleno non c’è da conoscere solo l’aspetto farmaceutico-erboristico, diciamo così. Il veleno è importantissimo per uno storico. Non si può capire la storia, specialmente quella italiana, se non si ha qualche nozione sui veleni. I delitti perpetrati con quest’arma hanno dettato il corso degli eventi, tanto quanto le guerre e i trattati.

• Questo libro colpisce, inoltre, per la particolarità del tema al centro della trama: la castrazione dei bambini per farne cantanti. Cosa ti ha portato a scegliere proprio questo argomento?

Mi piace molto la musica antica suonata su strumenti originali, come ho detto. Copie fedeli di questi strumenti sono oggi costruite da liutai molto bravi e suonano magnificamente, restituendo il sapore e le sonorità di secoli addietro. Questo, però, non può accadere con la voce dei castrati. Il repertorio di canto per castrati non è riproducibile filologicamente, perché lo strumento originale non si può replicare. Bisognerebbe, infatti, evirare migliaia di bambini prima degli otto anni, far loro studiare canto con una disciplina impensabile al tempo d’oggi, e sperare che ce ne sia uno dotato del talento e delle doti naturali necessarie a raggiungere il livello di bravura di un castrato del Seicento o del Settecento. Impossibile. Per cui ci si deve accontentare di immaginare. In aggiunta a questo, l’argomento era originale per un thriller e ancora molto attuale. Penso ai tanti soprusi che ancora oggi subiscono i bambini. E penso anche alle donne, ai diritti che per troppo tempo non hanno avuto: infatti i castrati sono esistiti perché alle donne non era permesso salire sui palcoscenici. La storia è bella anche perché, a volte, è davvero brutta.

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LE VOCI DEGLI ANGELI

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Roma, Carnevale del 1756. Nella città del Papa imperversano delitti e soprusi. I fasti dell’arte e della cultura si accompagnano alle nefandezze perpetrate da sicari e avvelenatori.

Papa Benedetto XIV chiede l’aiuto del notaio investigatore della Serenissima Repubblica di Venezia, il barone Bellerofonte Castaldi: il suo compito sarà portare la luce tra le tenebre che avvolgono Roma. Tra i molti abomini compiuti nella città eterna, il notaio s’imbatterà in uno tra i più riprovevoli: il commercio di bambini. Una pratica terribile che permette a nobili, ricchi potenti ed ecclesiastici di comprare neonati e fanciulli per farne angeli cantori, mediante la castrazione. Scuole di canto e barbieri costruiscono la propria ricchezza su quest’immondo traffico di piccoli cantanti, costretti a subire barbarie ed angherie per la creazione di voci celestiali, simili ad angeli terreni. Ma questo commercio non è un segreto a Roma; ben altri e peggiori, sono gli arcani che dovrà svelare il giovane barone veneziano. Cos’hanno in comune le morti di anonimi bambini e quella del rettore di un convento di gesuiti? A risolvere gli enigmi celati nel romanzo “La stanza segreta del papa” scritto da Fabio Delizzos, ed edito da Newton Compton Editori, è proprio Bellerofonte Castaldi, un personaggio carismatico ed affascinante. Un uomo di legge, dal formidabile intuito investigativo, che serba nel cuore e nell’animo il grave dolore per la morte suicida della giovane moglie; esperto di veleni e pozioni, eredità del padre medico, che sa dosare con sapienza quando le parole non sono sufficienti. Ben presto, però, la Santa Inquisizione si metterà sul suo cammino, dando una piega inaspettata alle indagini, utilizzando a proprio favore i pregiudizi e l’odio atavico nei confronti dei giudei; indagini che condurranno a segreti inenarrabili, orrori celati tra le pieghe di una Roma marchiata dall’abominio. Veleni, esecuzioni capitali, castrati, Santo Uffizio, trame tra potenti; il buon senso contro i pregiudizi, la ragione contro la credenza popolare: i migliori elementi per un thriller storico eccezionale, con un protagonista sensazionale.

Un romanzo travolgente e abilmente costruito, che incanta il lettore e lo catapulta nella Roma illuminista, mostrandone il lato più oscuro.

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Il debito del Papa


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Un brillante professore di Harvard scopre, casualmente, l’esistenza di un ingente debito contratto dal Vaticano a metà del XIX secolo con una banca ebrea.Papa Celestino decide che quell’impegno sarà onorato. Tuttavia, a beneficiare di tanta ricchezza non saranno i discendenti dei banchieri cha hanno concesso il prestito. Ben altri sono i piani del pontefice: istituire una fondazione che si occupi di aiutare tutti i bisognosi del mondo. Lo stato del Vaticano, però, non possiede il denaro sufficiente ad estinguere il debito. Come fare? Papa Celestino decide, così, di mettere all’asta tutti i beni ecclesiastici, a partire dalle opere d’arte. Già, perché l’obiettivo primario della Chiesa è portare conforto a chi soffre ed aiutare quanti si trovino in difficoltà. Ma quella stessa Chiesa pullula di personaggi che non hanno le stesse idee del Papa. Molti sono i nemici che si metteranno sulla strada verso la realizzazione dei piani pontifici; con ogni mezzo, anche il più sleale e crudele, cercheranno di impedire il raggiungimento dell’obiettivo del Santo Padre.  

Questa è la trama de “Il debito” di Glenn Cooper, edito da TEA. Un romanzo che divide l’animo del lettore, il quale si trova a dover scegliere tra due beni contrapposti: aiutare chi ha bisogno e salvare le opere d’arte, d’inestimabile valore, possedute dallo Stato del Vaticano. Cosa ne sarebbe della Cappella Sistina, della Pietà di Michelangelo, dei Musei Vaticani e di tutte le straordinarie opere dei più grandi artisti di ogni tempo, se venissero vendute a privati? Un thriller che tiene il lettore con il fiato sospeso con un susseguirsi di colpi di scena ed un ritmo frenetico. Uno stile scorrevole e leggero, permette di divorare con sorprendente rapidità un libro di oltre 400 pagine. Riuscirà Papa Celestino a realizzare i suoi piani? A voi il compito scoprirlo.