Quante volte, leggendo un buon romanzo, avete avuto l’impulso e il desiderio di fare delle domande all’autore? A me capita spesso e, in questi giorni, ho avuto l’immenso piacere di intervistare una delle mie scrittrici preferite, CARLA MARIA RUSSO, una delle migliori autrici di romanzi storici italiane. Nei suoi libri ha raccontato con grande perizia, ma soprattutto con grande vivacità e suggestione alcuni importanti personaggi femminili della storia europea, come Isabella d’Este, Caterina Sforza, Costanza d’Altavilla e tanti altri. I suoi romanzi rendono incredibilmente vivo il passato, attraverso l’affascinante narrazione delle vicende e l’esplorazione emozionale e psicologica dei personaggi.
Ecco come Carla Maria Russo ha risposto alle mie curiosità.
Quanto tempo occorre per prepararsi adeguatamente, studiando il personaggio storico del quale si vuole raccontare nel romanzo?
I tempi sono molto variabili, in relazione soprattutto alla facilità o meno di reperire le fonti storiche e storiografiche. Il Cavaliere del Giglio mi ha richiesto anni di ricerche perché non esisteva storiografia e ho dovuto rifarmi solo a fonti primarie, ovvero agli storici coevi o comunque vicini agli eventi narrarti. Altri libri hanno richiesto meno. In generale comunque mai meno di sei/otto mesi solo per ricostruire e studiare le fonti.
Come ricostruisce il corretto linguaggio adatto all’epoca nel quale sono ambientate le vicende dei suoi romanzi?
Non è possibile ricostruire un linguaggio dell’epoca perché i lettori di oggi non lo comprenderebbero. Quello che, secondo me, si può e deve fare è adeguare il tono e lo stile del linguaggio ai protagonisti del romanzo. Ne L’acquaiola i protagonisti sono gli abitanti poveri e analfabeti di un piccolo paese di montagna i quali, ovviamente, si esprimono in modo molto diverso, ad esempio, dalle protagoniste de Le nemiche, Isabella d’Este e Lucrezia Borgia, ricche nobildonne di elevata cultura.
In un romanzo storico, nel quale gran parte di ciò che si narra è realmente accaduto o esistito, quanto spazio resta alla fantasia dello scrittore?
Uno spazio immenso. Il dato storico è scarno e freddo. Ad esempio: Costanza d’Altavilla, protagonista de La Sposa Normanna, fu costretta ad abbandonare il convento e sposare Enrico VI di Svevia. Questo è il dato. Ma poi questi fatti devono tradursi in scene, dialoghi, comportamenti, passioni, reazioni, sentimenti…Come sarà stato comunicato a Costanza che doveva abbandonare il convento? Chi glielo ha comunicato? E lei, come avrà reagito? Cosa avrà provato? Insomma, la storia fornisce una informazione, lo scrittore deve tradurre le informazioni in narrazione, ricostruire la personalità dei protagonisti, seguire la loro evoluzione psicologia, fornire loro i sentimenti, le passioni, ipotizzare scene e dialoghi.
Quali sono le fonti di studio che utilizza per la preparazione dei suoi romanzi?
Fonti storiografiche (ovvero i libri scritti dagli storici sull’argomento che sto trattando) ma anche fonti primarie, ovvero gli scritti di storici e di cronachisti coevi dei protagonisti e degli eventi che narro (incluso le lettere private), i quali sono molto importanti per portare alla luce episodi e particolari che la storia ufficiale ignora e che invece sono preziosi per il romanziere, perché aprono squarci sulla vita privata dei protagonisti
Molti dei suoi romanzi sono incentrati su figure femminili, certamente valorose, ma che non rimbalzano immediatamente alla memoria della gente, come Eleonora d’Aquitania o Caterina Sforza. Perché questa scelta di parlare di personaggi storici meno conosciuti?
Io non mi appassiono né al personaggio in sé, famoso o non famoso che sia, né al periodo storico. Io sono attratta da una storia privata, da una vicenda umana che trovo avvincente, commovente, straziante e anche così moderna e attuale da consentirmi di trattare un problema vicino alla sensibilità di noi lettori di oggi. E narro quella vicenda umana. Di Eleonora di Aquitania mi ha affascinato la sua personalità libera e brillante e la storia del suo primo matrimonio con un giovane tanto diverso da lei, che pure la amava appassionatamente. Il problema affrontato nel libro infatti è quello del rapporto di coppia e delle difficoltà di farlo funzionare anche quando ci si ama molto. Di Caterina, mi ha appassionato la terribile esperienza che la colpisce a nove anni, per volontà del padre. In questo libro affronto il tema della violenza sulla donna nelle sue molteplici declinazioni. E così via.