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L’ULTIMA MOGLIE

È davvero un sogno e un privilegio diventare Regina di una delle corti più importanti dell’Europa del ‘500?

È possibile scoprirlo nel romanzo “La sesta moglie” di Philippa Gregory, una delle maggiori scrittrici storiche, in cui narra la vita come regina consorte della sesta ed ultima moglie dell’inquietante re Enrico VIII, Caterina Parr. Caterina, arrivata a corte, non è più una fanciulla, ma una trentenne, due volte vedova, che ha acconsentito al matrimonio con il re al fine di favorire la sua famiglia d’origine. A differenza di quanto accade ad Anna Bolena, seconda moglie del sovrano, che  aveva davanti a sé un monarca apprezzato, giovane e attraente, Caterina si trova al cospetto di un uomo anziano e crudele ed è consapevole di cosa egli sia capace. Enrico VIII è, infatti, un uomo spregevole, egocentrico ed estremamente volubile. Incapace di provare un benché minimo sentimento, è incentrato soltanto sulla sua persona; è paranoico, cattivo e con un ego senza misura.

Caterina, invece, è una donna astuta e intelligente, forte e mirabile, ma al contempo, indebolita dall’amore per uomo che non è il re.  Quando le viene richiesto, governa come e meglio de re; si cimenta in attività fino ad allora riservate agli uomini. Una regina determinata, esempio di consapevolezza e di audacia. Ella vive però nell’incertezza del suo presente,  ma soprattutto del suo futuro. Costretta a prestare costantemente attenzione a ciò che dice e ciò che fa, perché i pettegolezzi sono all’ordine del giorno e sono pericolosi, in una corte arrivista e senza scrupoli. Già, perché essere la moglie del re, regina di Inghilterra, non basta per essere al sicuro, né per avere la certezza di essere rispettata dai cortigiani, né tantomeno dal sovrano. Tutt’altro, Caterina non è che un capriccio di questo monarca dispotico e arrogante, che la considera alla stregua di un ornamento.

Ad aggravare la vita della regina è, inoltre, il periodo storico in cui siede al trono. Infatti, l’Inghilterra di Enrico VIII è scossa dalla riforma della chiesa anglicana, voluta proprio da questo sovrano. Egli, però, da sempre portatore di un carattere lunatico ed influenzabile, con il passare degli anni e con l’aumentare dei malanni, è diventato sempre più scostante, ma soprattutto incoerente e altalenante nelle opinioni e nelle decisioni. E in periodo di riforma della fede, dove i confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, o meglio, tra ciò che al re aggrada e ciò che non gli piace, continuano a mutare a distanza di poche ore, il pericolo di un’accusa di eresia è sempre in agguato. Soprattutto quando ogni fazione è in grado di influenzare i pensieri del sovrano.

La vita della regina  induce, inoltre, il lettore a riflettere sulla condizione delle donne nel 1500 ed, in particolare, di quelle appartenenti alla più importanti famiglie del regno, che le utilizzano come strumento per arrivare il più possibile vicino al re. Donne che devono ubbidire e rimanere sottomesse alla volontà della famiglia e del marito. E tali doveri spettano anche alle regine.  

In questo romanzo, Caterina Parr apre il proprio cuore, nel quale sono annotati tutti i suoi pensieri, i più profondi e i più nascosti. Si percepiscono con grande intensità le emozioni della Regina, la sua paura, ma soprattutto il dolore per aver dovuto rinunciare al vero amore, in nome della lealtà e del senso del dovere verso la propria famiglia. O meglio, perché nessuna donna poteva sottrarsi ad una richiesta del re. Ciò nonostante, Caterina scopre il significato di un matrimonio con una persona che, in apparenza, tiene a lei, a differenza di quanto accaduto nei suoi matrimoni precedenti. Scopre un lato di Enrico che, almeno al principio, rende l’unione meno infelice. Ma il suo amore per il bel Thomas Seymour la tormenta ogni istante. E sarà proprio lui a metterla in guardia sul vero Enrico, uomo crudele e spietato; un uomo che ha fatto giustiziare due delle precedenti moglie e ne ha lasciate morire altre due in solitudine e miseria. Quale sarà il destino di quest’ultima regina consorte?

Philippa Gregory è davvero un’abile scrittrice storica. I suoi romanzi sono sempre molto affascinanti.
Le sue opere sono pagine di storia, le quali, però, acquistano il dolce sapore del romanzo. Pur raccontando con precisione ogni particolare della vita di corte, la narrazione non risulta mai cattedratica; al contrario, ricostruisce sapientemente l’ambientazione storica, permettendo al lettore di immergersi completamente nella corte di Enrico VIII.  Ci si ritrova, così, nei corridoi di Hampton Court, ascoltando pettegolezzi, guardando sfilare i sovrani e la loro schiera di cortigiani; possiamo percepire perfino i profumi dei banchetti, origliare alle porte delle stanze dei potenti. Attraverso le sue parole il lettore riesce ad entrare fin nell’animo dei protagonisti, a percepirne i sentimenti più reconditi, a conoscerne i pensieri più segreti.

“La sesta moglie” è un romanzo che narra di amore e potere, di sogni e doveri, di avvincenti storie d’amore e intrighi celati a corte; di un mondo in cui il re ha potere assoluto, di vita e di morte, su ogni uomo e donna, anche sulla stessa regina.

Vi apparirà come un dipinto che non vorrete mai smettere di ammirare!

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1 pensiero su “L’ULTIMA MOGLIE”

  1. Grande Deborah,
    Non solo scrivi molto bene ma la tua passione per la lettura, è evidente anche nelle parole usate per descrivere le trame dei libri.
    Amare i libri, significa anche saperli raccontare agli altri (grandi lettori e non).
    Le tue parole inducono alla curiosità ed alla tentazione di lanciarsi in una lettura nuova, mai pensata!!!

    "Mi piace"

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