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Il Padre è là fuori

Un’indagine non ufficiale. Una madre uccisa. Un bambino rapito.
“Uccidi il padre”. Un thriller di Sandrone Dazieri, uno dei più apprezzati scrittori e sceneggiatori italiani.
Colomba Caselli è una poliziotta in congedo, macchiata da una colpa nel suo lavoro, chiamata a risolvere un difficile caso di scomparsa di un bambino. Ad aiutarla c’è Dante Torre, un esperto del comportamento, dall’infanzia segnata da anni di prigionia ad opera di un uomo rimasto ignoto, che lui chiamava il Padre e che la polizia crede morto suicida.
Dalle scene, a volte, sovraffollate di personaggi, ma dal ritmo incalzante e frenetico, la trama è ben congeniata. É articolata e appassionante; affascina il lettore, invischiandolo nell’indagine. Inzialmente appare lineare, a tratti prevedibile, ma verso la metà del libro si evolve, in un intreccio di personaggi e vicende, che dà una svolta alle indagini e prende una piega decisamente inaspettata e inimmaginabile. E conduce ad un finale sorprendente!
Una prosa minimalista, la descrizione ridotta, la maggior parte del racconto è formata da dialoghi, che rende la narrazione molto scorrevole; il lettore si trova intrappolato in un botta e risposta ritmato e accattivante.
Insegna che, a volte, le indagini, così come le cose della vita, andrebbero approfondite, senza fermarsi alla apparenze.

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La Roma di Rodrigo Borgia


Roma. A.D. 1496. Papa Alessandro VI governa Roma. I Borgia sono al potere. Un crimine efferato sconvolge la famiglia del Papa. Pinturicchio e i più famosi artisti della città vengono chiamati a risolvere il delitto. Un uomo misterioso li aiuterà. Questa è la trama de “La spia dei Borgia”, ultimo thriller storico di Andrea Frediani, importante autore di saggi e romanzi storici. L’opera ruota attorno all’omicidio di uno dei figli di Rodrigo Borgia, alias Papa Alessandro VI, ed alla ricerca del suo assassino. Tra ipotesi e complotti, l’autore ci conduce alla risoluzione del caso, approdando, però, ad un finale poco originale. Il romanzo offre un preciso affresco della Roma rinascimentale, mettendo in luce il lato oscuro della città, e il ritratto dettagliato di alcune delle più influenti personalità dell’epoca, legate alla discussa e temuta famiglia spagnola dei Borgia.  L’ambientazione è perfettamente ricostruita, i personaggi sono abilmente delineati; nello specifico vengono messe a nudo debolezze e difetti di una delle famiglie più controverse delle storia. Andrea Frediani si sofferma sulla figura di Alessandro VI, facendo emergere anche il lato paterno di quest’uomo forte, preoccupato per la sorte del figlio prediletto. Al Papa si contrappone la figura del Pinturicchio, uomo timoroso e sottomesso alla moglie Grania, il quale viene chiamato ad indagare in prima persona sul delitto, del quale tutti, familiari compresi, sono sospettati. La narrazione è scorrevole, la descrizione è meticolosa e ricca di particolari, che consentono al lettore di essere trasportati  nella Roma di fine ‘400.

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Due chiacchiere con gli autori… FEDERICA MAGRIN

Oggi voglio presentare una scrittrice varesina, Federica Magrin, autrice del romanzo “La cacciatrice di anime” e di libri per bambini, la cui ultima opera si intitola “Atlante dei mostri e dei fantasmi più spaventosi”, edito da White Star e disponibile sulle maggiori piattaforme online.

Conosciamola meglio.

  • Federica, cosa ti ha portato a diventare una scrittrice?

“Ho sempre letto con piacere, anche da piccola, e usato molto l’immaginazione. Verso i nove anni ho iniziato a scrivere: storie semplici come quella su un mimo infelice che scopriva di poter trovare un motivo di felicità in un palloncino svolazzante. Un giorno ho mandato una lettera a Bianca Pitzorno, una delle mie autrici preferite. Le chiedevo suggerimenti per diventare una “scrittrice”. Ricordo di aver ricevuto la lettera di risposta come un regalo insperato. La conservo ancora, e mi capita di tirarla fuori e rileggerla, soprattutto quando smetto di credere in quello che faccio… Ha il potere di aiutarmi a sperare ancora di realizzare i miei sogni. Per anni ho continuato con i racconti, poi è stato il momento di passare alla misura lunga, il romanzo. È stato un percorso lungo, faticoso, ma dopo cinque anni ho portato a termine il compito. Il giorno in cui ho scritto l’ultima frase ho pianto: uno dei momenti più belli e intensi della mia vita. Scrivo per questo, per stare bene”

  • Come ti descriveresti come autrice?

“Sono sicuramente lenta e ho bisogno di concentrazione. Quando scrivo, preferisco essere sola e avere molto tempo a disposizione. Purtroppo non sempre riesco ad avere la calma che vorrei e allora mi adatto anche alle situazioni meno congeniali, come scrivere sul treno, andando al lavoro. Il mio romanzo è stato “buttato giù” mentre viaggiavo tra Varese e Novara, anche se per la revisione ho cercato di essere tra quattro mura, in silenzio.”

  • Come ti senti quando stai scrivendo un libro?

“Quando scrivo sono in estasi. Il mondo scompare, esiste solo la storia. Federica non c’è più, rimane il racconto che si dipana nella mia testa facendo mille giri. Scrivere è buttare giù, rileggere, sistemare, limare, togliere, cancellare, riprendere da capo. Per definire un’azione o una sequenza come voglio mi occorrono giorni, anche settimane. Finché non sono convinta, continuo a elaborare… un po’ come Penelope con la tela. Il bello, quando si sta scrivendo un romanzo, è che la storia è sempre con te, anche quando non sei al computer. Improvvisamente, mentre entri in metropolitana, cucini una pasta, sistemi il letto… un frammento della storia ti balza in mente e allora tu sei lì con i tuoi personaggi, ci parli, li fai muovere. Non hai idea delle disattenzioni provocate da questi voli dell’immaginazione. Ho perso treni, sbagliato direzione e sono scesa alla fermata dopo non sai quante volte mentre scrivevo il mio romanzo!”

  • Tu scrivi libri per bambini ed anche romanzi. Quali differenze trovi nel lavoro tra le due tipologie? E quale ti da più soddisfazioni?

“Scrivere racconti per bambini, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, non è più semplice che scrivere per adulti. Non puoi usare qualunque parola e devi essere molto semplice e chiara perché il loro vocabolario è limitato e non possono elaborare concetti complessi. Ciò nonostante, non devi essere mai banale o superficiale, perché i bambini se ne rendono conto se li stai sottovalutando o prendendo per “piccoli”. Per assurdo, direi che è più facile scrivere per adulti, perché sai che puoi osare. Forse quello che, per una persona lenta come me, è più difficile affrontare in un romanzo è il tempo che occorre per realizzarlo.”

  • Parlando del tuo romanzo “La cacciatrice di Anime”, quali sono stati gli ostacoli maggiori che hai incontrato sulla strada verso la pubblicazione?  

“Diciamo… tutti! Ho provato a spedirlo alle case editrici in Italia e all’estero, ma non ho avuto alcuna risposta. Pur lavorando, all’epoca, nel mondo editoriale e avendo qualche aggancio, non sono riuscita a farlo pubblicare. Ho provato con l’autopubblicazione, ma anche in questo modo non sono stata in grado di farlo conoscere: nessun effetto passaparola. Ho quindi deciso di rimetterlo nel cassetto e aspettare tempi migliori… Non ho ancora capito quali, ma mi verrà in mente qualcosa, spero, prima o poi.”

  • Quale consiglio ti sentiresti di dare ad un giovane autore che vuole pubblicare un proprio manoscritto?

“Crederci sempre e sperare. L’Editoria italiana al momento è poco ricettiva rispetto agli esordienti italiani. Si punta su autori stranieri e su nomi famosi. Qualcuno riesce a inserirsi, ma è una goccia nel mare. Possono aiutare i concorsi, a volte delle buone agenzie letterarie, ma oltre ad avere in mano un buon romanzo, scritto bene, conta molto la fortuna e di certo la determinazione nel continuare a lottare per quello che si è fatto.”

  • Un’ultima domanda. Se dovessi consigliare il tuo romanzo ad un lettore, quale aspetto del libro metteresti in luce?

“Il pregio maggiore del mio libro è la trama. Ultimamente si sta affermando, a livello editoriale, una sorta d’irrigidimento in due filoni: romantico-erotico per le donne, poliziesco-mistery per gli uomini, con tutte le declinazioni del caso (storico, avventuroso, giallo, esotico…). Ecco, il mio romanzo non è iscrivibile in un genere preciso e abbraccia molti temi: c’è quello legato all’amicizia, alla ricerca di identità, al confronto con il proprio passato, alla maternità (vista da più angolature)… A mio avviso, ma potrei essere di parte, è originale, innovativo e fuori dagli schemi rispetto a quello a cui siamo abituati come lettori.”

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In balia dell’oceano

La vita di Tami Oldham Ashcraft, professione skipper, è rimasta sospesa sulle onde dell’oceano Pacifico per quarantun giorni, mentre navigava alla volta di San Diego. Insieme al fidanzato Richard Sharp ha affrontato un terribile uragano, una delle tempeste più violente della storia, che ha ridotto il loro yacht a vela a poco più di un relitto.Tami ha deciso di raccontare questo drammatico episodio nel libro “Resta con me”, che ha ispirato il grande film con Sam Claflin e Shailene Woodley, uscito nelle sale lo scorso anno. L’autrice descrive in modo molto coinvolgente i giorni trascorsi a bordo dell’imbarcazione distrutta, con una ristrettissima riserva di acqua e cibo, dando modo al lettore di calarsi nella tragica esperienza e di percepire gli stati d’animo dei protagonisti. Disperazione, speranza, dolore, delusione, smarrimento e forza d’animo pervadono il romanzo, che vuole insegnare a non arrendersi, anche quando tutto sembra perduto. Purtroppo, però, il frequente ricorso ai termini tecnici della navigazione rende poco agevole la lettura e difficile la comprensione di alcuni punti, nonostante il piccolo glossario posto alla fine del libro. Resta comunque un racconto toccante e commovente, che parla dell’incredibile forza dell’amore e della straordinaria volontà di sopravvivenza.

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Fino alla ghigliottina

“Il diario proibito di Maria Antonietta”, “Il diario perduto di Maria Antonietta” e “Le confessioni segrete di Maria Antonietta” sono i tre romanzi della trilogia dedicata all’ultima regina di Francia, scritta da Juliet Grey ed edita da Newton Compton Editori.
I tre capitoli narrano, in forma di diario, rispettivamente, della giovinezza di Maria Antonietta come promessa sposa del futuro Re di Francia Luigi XVI, della vita come sovrana, tra i lussi della reggia di Versailles e dell’ultima parte della sua vita, durante la Rivoluzione, che la condurrà inesorabilmente alla ghigliottina.
Di questi tre romanzi, vorrei parlarvi dell’ ultimo. Ne “Le confessioni segrete”, Juliet Grey racconta gli albori della rivoluzione francese, dal punto di vista di chi l’ha subita in prima persona, i sovrani di Francia. Una prospettiva insolita e interessante permette di riconsiderare uno dei più importanti eventi della storia.
L’autrice apre il cuore della più famosa sovrana di Francia, di colei che, regina in terra straniera, desiderava solo essere accettata dal popolo. La figlia di Maria Teresa d’Austria esprime i propri sentimenti, i dubbi e le paure, non solo in qualità di reggente, ma anche di moglie e madre.
Si delinea così un ritratto anche intimo della protagonista, tristemente ricordata soltanto per la tragica fine delle sua vita.
Lo straordinario lavoro di documentazione svolto dalla scrittrice ha reso un’immagine della regina purificata da falsi miti e pregiudizi.
Il susseguirsi di avvenimenti storici perfettamente ricostruiti, conduce il lettore nell’atmosfera rivoluzionaria, attraverso un’esposizione suggestiva, realistica, coinvolgente ed emozionante.

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Il Michelangelo di Strukul

L’ultimo lavoro di Matteo Strukul, come sempre, è stato all’altezza delle aspettative. “Inquisizione Michelangelo” ruota attorno alla figura del Buonarroti e all’istituto dell’inquisizione romana.
Ciò che colpisce maggiormente é la strabiliante capacità dell’autore di raccontare le scene. Ha il potere di creare in modo preciso e suggestivo il momento storico, cosicché il lettore possa essere rapito e catapultato in quel preciso luogo e tempo.
Anche i personaggi vengono descritti in modo dettagliato, ma senza cadere mai nella pedanteria; il lettore ha la percezione di conoscere realmente e in profondità i personaggi, tale è l’abilità di Strukul nel raccontare l’animo dei protagonisti.
Lo stile poetico della narrazione culla il lettore per tutto il tempo del romanzo, che si legge tutto d’un fiato e non annoia mai. Matteo Strukul è un autore dalle infinite doti narrative, che ci ha regalato ottimi romanzi come la saga de “I Medici” e “Giacomo Casanova”, solo per citarne alcuni. Anche con “Inquisizione Michelangelo” ha mostrato il suo grande talento!

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Leonardo alla corte del Moro





L’ultimo romanzo di Marco Malvaldi, “La misura dell’uomo”, è ambientato nella Milano della fine del 1400 ed ha come protagonisti Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro. I due dovranno risolvere un mistero  legato alla morte di un uomo.
Romanzo inconsueto, dalla narrazione insolita. La voce narrante è attuale,si rivolge direttamente al lettore e fa molti paragoni tra l’epoca in cui si svolgono i fatti e quella contemporanea. Il tutto, però, equilibrato sapientemente, dando al lettore la sensazione che il narratore assomigli ad  un giullare di corte nelle scene che, di tanto in tanto, appare per sottolineare o spiegare alcuni punti, per poi ritornare nell’ombra.
Ironico, divertente e irriverente, racconta i personaggi, le loro aspirazioni e le loro gesta, in modo crudo, senza peli sulla lingua e senza nessun timore reverenziale, canzonandoli di buon grado.
È abile nell’interpretare il pensiero di ogni personaggio in maniera schietta, rivelando la realtà celata sotto ogni concetto esposto dai protagonisti.
Il Malvaldi sfoggia un’ottima conoscenza dell’epoca narrata e utilizza il linguaggio in uso nella Milano della fine del 1400.
Un ottimo alternarsi di scene che tiene desta l’attenzione del lettore ci presenta il genio di Leonardo da Vinci.

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Il Suggeritore è tornato





Il primo articolo di questa nuova avventura lo voglio dedicare a colui che considero uno dei più talentuosi scrittori italiani, Donato Carrisi. In particolare, voglio condividere le mie impressioni relative alla sua ultima opera, “Il gioco del Suggeritore”. 
Un romanzo diverso dai precedenti; un thriller insolito, dal finale certamente inaspettato. 
Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, in continua evoluzione. Un gioco davvero ben realizzato, caratterizzato da un susseguirsi di eventi e personaggi, legati tra loro dal gioco e da internet, con al centro la poliziotta Milà Vasquez, già protagonista de “Il suggeritore” e de “L’ipotesi del male”. Il bene e il male si confondono, tra il mondo reale e quello del web.
Donato Carrisi è un mostro della suspance, che resta sempre ad altissimi livelli anche in questo romanzo. Scrittore grandioso, il suo stile è scorrevole e dinamico. 
Mai scontato; mai banale; mai inutilmente crudo.
Sempre all’altezza delle aspettative dei suoi fedeli lettori. 

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Benvenuti nel mondo del SegnaLibro!

fb_img_1546695030416Con il SegnaLibro cercherò di condurvi all’interno di libri di ogni genere, attraverso le mie recensioni e le interviste agli autori. Proverò a trasmettervi tutte le sensazioni e le emozioni che trarrò da ogni romanzo, che passerà tra le mie mani. Spero vorrete condividere anche le vostre opinioni! Quindi, partiamo alla scoperta di questo fantastico mondo che è la letteratura! Buon viaggio, lettori!